La Storia del CAD

 

Storia Mission

Nel 1972, dopo circa tre anni di attività pionieristica ed autonoma, svolta usufruendo di un appartamento generosamente messo a disposizione dalla Socia co-fondatrice Anna Feltri e con il patrocinio del Comune di Milano, il CAD (all’inizio Centro Aiuto Drogati) ha aperto un servizio medico-psico-sociale: il primo sorto in Italia, nell’allora assoluta carenza di interventi socio-sanitari nell’ambito, ingrado di fornire alle persone con problematiche legate alla dipendenza da sostanze stupefacenti e da alcool e alle loro famiglie una risposta terapeutica1

Alberto Madeddu

Alberto Madeddu

Il servizio è stato diretto dal professor Alberto Madeddu, psichiatra, direttore dell’ospedale Antonini di Limbiate, dove ha iniziato a curare le persone tossicodipendenti, superando e denunciando il pregiudizio ed il sistema legislativo allora vigente che, qualificando reato anche il semplice uso di sostanze stupefacenti, le equiparava ai comuni delinquenti.

Per la sua sensibilità, l’onestà intellettuale, la fedeltà a un approccio clinico soprattutto umano, lo slancio e la generosità, ha ispirato e raccolto intorno a sé un gruppo di collaboratori con i quali ha fondato l'Associazione ed aperto l'ambulatorio, meritando nel 1988 come prestigioso riconoscimento l“Ambrogino d’oro”..

Negli anni ’70 l'Associazione e gli operatori del servizio, tutti volontari, si sono confrontati con esperienze – istituzionali ed extraistituzionali – di altri Paesi Europei nell’intento di definire una strategia di intervento sempre più rispondente ai bisogni di un target, che allora non accedeva  ai consueti approcci trattamentali, e creare un contesto e uno stile di risposta terapeutica accettante e tollerante.

Nel 1978 il CAD è stato iscritto nel Registro degli Enti Ausiliari della Regione Lombardia, in ragione del contributo teorico-scientifico offerto e l'attività svolta nel campo delle dipendenze patologiche da sostanze. Nel 1982 è stata stipulata una convenzione con l’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Milano con oggetto interventi socio-sanitari ed educativi a favore dei tossico- e alcooldipendenti e dei loro familiari.

Particolare attenzione veniva data, già d’allora, alle famiglie di adolescenti a rischio di abuso al fine di  contenere l’allarme e le conseguenti reazioni generati nei familiari.

Consapevole dei frequenti ostacoli al trattamento procurati dalle vicende giudiziarie, fin dagli inizi il Centro ha attivato e garantito per molti anni un Servizio di consulenza legale che forniva consulenze gratuite sia agli utenti e loro famiglie, sia ai Servizi pubblici e privati per le dipendenze.

Grazie all'esperienza pionieristica in un ambito allora ancora poco definito dalla normativa, il Servizio Legale ha contribuito – grazie al forte e convinto impegno dell’Avvocato Vito Malcangi Presidente dell'Associazione dal 1999 al 2015 a promuovere innovativi e sperimentali entrati successivamente nella prassi comune di intervento.

L'Associazione ha esteso poi l’attenzione al fenomeno sempre più in espansione dell'AIDS, dedicandosi anche a specifiche ricerche scientifiche in collaborazione con importanti strutture ospedaliere e di ricerca milanesi. 

Negli anni ’90 il CAD si è impegnato particolarmente nell'ambito di intervento a favore di soggetti con dipendenza da sostanze e alcool in stato di detenzione. Contemporaneamente ha inoltre attivato – in collaborazione con il Comune di Milano – un servizio a bassa soglia per il trattamento di soggetti, italiani e stranieri, in situazioni di marginalità sociale e conseguente difficoltà ad accedere ai servizi istituzionali.

Parallelamente all’incremento dei flussi migratori verso il nostro Paese, è cresciuto il numero di immigrati – di prima, ma ormai anche di seconda generazione – con problematiche di abuso e dipendenza. In risposta a questo fenomeno inedito e preoccupante, il Centro dagli inizi degli anni 2000 ha promosso progetti terapeutici rivolti all’utenza straniera, svolti per alcuni anni da un’equipe dedicata e integrati successivamente nell’attività clinica generale dell’equipe multidisciplinare. Su tale ambito di intervento terapeutico ha promosso attività di studio, ricerca e formazione.

Ponendo l’attenzione ai vari ambiti di intervento su fenomeni critici o rivolti a particolari fasce di utenza, si è dedicato uno specifico spazio alla riflessione su temi più specifici della clinica del trattamento delle dipendenze.

Il tema della crisi adolescenziale come snodo problematico centrale e non risolto nelle storie dei soggetti con problemi di abuso o dipendenza è stato oggetto di approfondimento specifico, sfociato nel 2003 in una pubblicazione  e in una serie di conferenze aperte al pubblico in cui il lavoro di ricerca è stato presentato alla città. 

Nello stesso periodo il CAD è stato promotore e capofila di un progetto di ricerca, “Caleidoscopio”, centrato sul fenomeno del policonsumo di sostanze e che ha visto coinvolte a livello cittadino, per tre anni, diverse e significative istituzioni impegnate nella cura della dipendenza da sostanze stupefacenti e da alcool: tutti i SerT e i NOA della ASL di Milano, il Servizio di Alcoologia dell’Ospedale S. Raffaele di Milano e le associazioni La Strada e Cascina Verde. I risultati del lavoro di ricerca sono stati pubblicati  e divulgati a livello cittadino attraverso un convegno.

A seguito delle leggi di riordino del Sistema Sanitario Regionale, il CAD ha avviato un lungo processo di riorganizzazione interna, che lo ha portato nel 2006 ad ottenere l’accreditamento come Servizio Multidisciplinare Integrato SMI presso la Regione Lombardia e la stipula di un contratto con l’ASL Città di Milano per le attività di prevenzione, cura e riabilitazione degli stati di tossicodipendenza.

Proprio in quegli anni, il CAD ha anche offerto un servizio di assistenza, sostegno e consulenza, amministrativa e legale, accompagnamento al ricongiungimento familiare e orientamento al lavoro per migranti tramite uno Sportello Migranti, Iscritto al Registro degli enti e delle associazioni che svolgono attività a favore degli immigrati presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.  L’attività del CAD si è poi rivolta dal 2019 alle dipendenze.

Attenta ai cambiamenti sociali e sollecitata dalla moltiplicazione dei bisogni che vengono quotidianamente sottoposti ai suoi operatori, l’Associazione ha diversificato nel corso degli anni le proprie attività e – dopo aver ampliato il proprio ambito di intervento agli adolescenti e alle loro famiglie, all’esclusione sociale dei detenuti e agli immigrati – ha rivolto dal 2014 il proprio impegno di cura anche alle dipendenze non derivanti da sostanze, come il gioco d'azzardo patologico o ludopatia.

La Mission del CAD

La mission, deducibile dalla storia del CAD, è riassumibile negli scopi dell’associazione: esercitare azioni dirette alla solidarietà sociale attraverso la promozione di servizi, attività, interventi e ricerche che concorrono a rimuovere la cause del disagio sociale e a contrastarne le manifestazioni nella logica dello sviluppo di comunità

 

DOCUMENTAZIONE BIBLIOGRAFICA


  1. Aspetti e limiti delle esperienze di un Centro di primo accoglimento, pubblicazione a cura del CAD con un testo di Alberto Madeddu e Luigi Canovi, raccoglie le prime esperienze dell'attività del CAD. (scarica l’allegato)
  2. Prime esperienze e considerazioni sull'applicazione di misure sostitutive della carcerazione preventiva a favore di tossicodipendenti, pubblicazione a cura del CAD, aprile 1984. (scarica l’allegato)
  3. Come non farsi male, pubblicazione a cura del CAD, Milano, 1986. (scarica l’allegato)
  4. Clinica della dipendenze: la crisi. I Quaderni Clinici del CAD (a cura di Henry Pinamonti), Milano, 2003, dove la crisi adolescenziale viene letta anche come opportunità evolutiva e di passaggio, benché espressa attraverso l’uso di sostanze. (scarica l’allegato)
  5. Polidipendenze. L'assunzione multipla di sostanze in una prospettiva interdisciplinare di clinica integrata (a cura di Henry Pinamonti e Maria Raffaella Rossin), Franco Angeli, Milano, 2004.

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